Descrizione
Il consiglio comunale di lunedì 15 giugno ha approvato l’ordine del giorno presentato dal gruppo Lega per Salvini premier sulla scarcerazione dei detenuti con 13 voti favorevoli (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) e 6 astenuti (Pistoia Concreta, Barbara Masini di Forza Italia, Amo Pistoia e Movimento 5 stelle).
«Molti organi di stampa – è scritto nel documento - riportano la notizia secondo la quale molti detenuti per reati mafiosi sono stati scarcerati a causa dell’emergenza coronavirus. Questo senza alcun dubbio ha inorridito molti cittadini che confidano nelle istituzioni e nella certezza delle pene. Tale comportamento è innegabile che in qualche modo vanifica e frustra gli sforzi compiuti dalle forze dell’ordine per i loro arresti, talvolta avvenuti in circostanze non facili e dopo inchieste lunghe e complesse». Nell’ordine del giorno viene espressa «la preoccupazione per queste facili scarcerazioni che oltre ad essere una sonora sconfitta per tutta la società civile che crede nelle istituzioni, svilisce il lavoro svolto dalle forze dell’ordine».
Il documento invita pertanto il sindaco e la giunta a condannare questo tipo di scarcerazione adottando ogni iniziativa utile, nell’ambito delle proprie competenze, al fine di sostenere l’immediata conclusione di dette scarcerazioni, oltre a inviare una nota al Governo italiano affinché vengano adottate iniziative che portino al blocco delle scarcerazioni su tutto il territorio nazionale».
L’odg è stato presentato dal consigliere della Lega Francesco Mazzeo.
«La scarcerazione di detenuti condannati al 41 bis – ha detto Mazzeo - mi ha indotto a presentare questo ordine del giorno. Anche se sono passati tanti anni, quanto accaduto a Falcone e Borsellino è ancora vivo. Questi due giudici, che hanno dato la loro vita per noi indagando sulla mafia e portando in galera tanti soggetti, oggi non ci sono più. Se accettiamo in silenzio quanto accaduto, facendo finta di non vedere e sentire, il sacrificio estremo dei due magistrati risulterebbe inutile».
All’intervento di Mazzeo sono seguiti quelli di Paola Calzolari, capogruppo di Amo Pistoia e di Nicola Maglione, capogruppo del Movimento 5 stelle.
«Capisco lo sdegno ed è anche mio il forte sentimento di condanna contro la mafia - ha detto Paola Calzolari –, ma proprio per il lavoro che svolgo devo essere oggettiva e fare chiarezza. Il Covid non c'entra nulla con la messa agli arresti domiciliari dei mafiosi condannati al 41 bis c.p. come erroneamente riportato dagli organi di informazione. Gli unici tre mafiosi condannati al 41 bis che sono stati messi agli arresti domiciliari dai Giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano lo sono stati sulla base della normativa esistente ossia applicando gli articoli 146 e 147 del codice penale. Fatta questa precisazione non vi è dubbio che con l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, le carceri dove a causa del sovraffollamento non è possibile certo garantire il distanziamento sociale, siano diventati possibili focolai. Il 7 marzo scorso nelle carceri sono iniziate delle rivolte che hanno portato a dodici decessi. Successivamente con il decreto Cura Italia è stato previsto che per le persone non condannate per reati gravi (e dunque non per i condannati al 41 bis cp) e che avevano ancora da scontare solo un anno e mezzo di pena, se c’erano motivi di salute che lo richiedevano, potevano essere messi agli arresti domiciliari. Sulla base di una circolare dell'amministrazione penitenziaria i giudici del tribunale di sorveglianza di Milano hanno scarcerato tre mafiosi, persone tutte con problemi gravi di salute per i quali lo Stato italiano deve garantire comunque indipendente dal delitto commesso il diritto alla salute. In totale sono stati messi agli arresti domiciliari per problemi di salute incompatibile con la detenzione carceraria 376 persone di cui 196 in attesa di giudizio e solo 3 in regime di 41 bis (il carcere duro per i mafiosi). In un paese civile il diritto alla salute va garantito a tutti; la pena deve essere considerata solo come proporzionata reazione del nostro ordinamento al delitto commesso e non anche come condanna alla malattia».
«L’attenzione su questo tema deve essere mantenuta alta – ha detto Nicola Maglione – ma voler legare le scarcerazioni avvenute al Ministro della Giustizia, è tecnicamente privo di fondamento. Ulteriore riprova, oltre alle misure più stringenti, adottate proprio dal Guardasigilli per correggere il precedente morbido assetto normativo, la si legge - netta e chiara - nella recente ordinanza del giudice di sorveglianza di Sassari, nella quale scrive che la sua decisione di inviare ai domiciliari un mafioso al 41bis, fu del tutto estranea a quanto qualcuno vuole addebitare al Ministero. La Magistratura è potere indipendente e sulla legittimità delle sue decisioni, può intervenire solo il CSM. Bene ha spiegato da un punto di vista tecnico-giuridico, la collega Calzolari, avvocato».
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Ultimo aggiornamento: 9 dicembre 2024, 12:03