Descrizione
Il consiglio comunale, nella riunione di lunedì, ha approvato le modifiche al regolamento del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. Istituito con deliberazione del Consiglio Comunale il 17/10/2011 e rettificato nel 2015 Il provvedimento è passato con 18 voti favorevoli (Fratelli d'Italia, Pistoia Concreta, Forza Italia – Centristi per l'Europa, Lega per Salvini Premier, Gruppo Misto, Amo Pistoia), 6 astenuti (Partito Democratico, Gruppo Indipendente, Pistoia Spirito libero), nessun contrario.
Il Garante favorisce l'esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile e di fruizione dei servizi comunali delle persone private della libertà, con particolare riferimento ai diritti fondamentali al lavoro, alla formazione, alla cultura, all'assistenza, alla tutela della salute, allo sport.
Il Garante promuove iniziative di sensibilizzazione pubblica sul tema dei diritti umani dei detenuti in carcere e della umanizzazione della pena detentiva. Inoltre favorisce iniziative congiunte e coordinate con il difensore civico territoriale. In caso di segnalazioni da parte dei detenuti su violazioni di diritti, il garante si rivolge alle autorità competenti per avere eventuali ulteriori informazioni, segnalando il mancato o inadeguato rispetto di tali diritti e conduce un’opera di assidua informazione e di costante comunicazione alle autorità. Infine promuove con le Amministrazioni interessate (con particolare riferimento a Regione Toscana, Provincia di Pistoia, Comuni della Provincia di Pistoia) protocolli di intesa utili a poter espletare le sue funzioni anche attraverso visite ai luoghi di detenzione, in accordo con gli organi preposti alla vigilanza penitenziaria.
Il provvedimento di modifica è stato illustrato dal vicesindaco e assessore alle politiche di inclusione sociale e tutela della salute Anna Maria Celesti.
«Le modifiche all’attuale regolamento comunale del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale riguardano – ha spiegato Celesti – le modalità delle sue attività e la sua retribuzione togliendo l’obbligo di presenza nei locali comunali con cadenza settimanale decidendo la presenza in autonomia nel rispetto dell’attività svolta; si propone anche di procrastinare a 6 mesi e non a 3 mesi la relazione da presentare al Sindaco, alla Giunta Comunale e al Consiglio Comunale anche tenendo conto dell’obbligo annuale di relazionare».
«L’ultima modifica – ha concluso Celesti - è sul ripristino degli articoli 6 e 7 del regolamento approvato nel 2011 che riguardano il titolo di gratuità. Riteniamo infatti che sia corretto ritornare allo spirito con il quale era nata questa figura, che lavora nel solo interesse del ruolo che svolge, avendo a disposizione supporti logistici necessari e un rimborso spese documentato e non un compenso annuo di 4.000 euro lorde da parte dell’Amministrazione comunale».
Dopo l'intervento di Anna Maria Celesti hanno preso la parola alcuni consiglieri comunali di opposizione tra i quali Antonella Cotti (PD) e Tina Nuti (Pistoia Spirito libero).
«Finalmente è stata portata in consiglio comunale la modifica voluta dalla giunta, al regolamento comunale del garante dei diritti delle persone private della libertà, - ha detto la consigliera del Partito Democratico Antonella Cotti - che finalmente permetterà di istituire una manifestazione d'interesse affinché nella casa circondariale di Pistoia sia presente questa figura che manca dal 2015; ad oggi siamo una delle pochissime in Toscana a non averla. È dal 2018 che come gruppo ne chiediamo, attraverso comunicazioni e interrogazioni, la sua nomina. Rispetto alle modifiche apportate abbiamo espresso forti perplessità circa la gratuità di questo incarico, con il timore che questo importante e impegnativo ruolo, possa ridursi ad una pura figura di rappresentanza. Per questo motivo ci siamo astenuti con la speranza tuttavia che quanto prima si proceda a dare questo importante incarico, previsto da normative nazionali. È una questione di diritti, dignità e umanità!».
«Pistoia Spirito Libero – ha spiegato la capogruppo Tina Nuti - ha espresso un voto di astensione ritenendo che la scelta della giunta di assegnare al garante dei detenuti il rimborso per le spese sostenute e documentate, come quelle per trasferte, pranzi e convegni, porti a individuare una figura di rappresentanza interessata a svolgere solo attività esterna al carcere. Al contrario è indispensabile guardare alla sostanza, riconoscendo al garante un minimo compenso forfettario affinché sia impegnato a stare vicino ai detenuti e aiutarli anche a recuperare la dimensione di una vita corretta e senza ricadute».
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Ultimo aggiornamento: 9 dicembre 2024, 12:00